· Svolta a Varsavia. Il Parlamento approva a grande maggioranza la modifica del codice penale: i nostalgici adesso rischiano il carcere. Anche cantare inni come l'Internazionale e Bandiera Rossa sarà vietato
In verità, cari compagni, c'è poco da scherzare. O almeno non intendono farlo i polacchi. Nella scrittura di quel nuovo provvedimento di legge, affidato non a caso al ministro della Parificazione, c'è tutto il senso di una legge che punta a riequilibrare opere e omissioni della storia europea. Una storia sempre pronta a condannare con sacrosanta indignazione gli orrori del nazismo, ma a concedere acquiescente, romantica, indulgenza a massacri e stragi perpetrate nel nome del comunismo. La nuova legge votata dal Parlamento infila il dito in questa piaga purulenta, fa luce sulla diffusa sperequazione che trasforma in reprobo chi esibisce svastiche e memorabilia hitleriane mentre eleva al rango di simpatico e orgoglioso idealista chi continua a inneggiare ai simboli dello stalinismo. In Polonia, nonostante milioni di cittadini abbiano in passato aderito al partito con la P maiuscola, pochi sono ancora disposti ad accettare la sottile discriminazione tanto cara agli intellettuali della «gauche caviar» di Roma e Parigi. «Il comunismo è stato un sistema terribile, un regime assassino costato la vita a milioni di persone, i regimi comunisti non erano per nulla diversi dal nazionalsocialismo e dunque non c'è ragione di riservare trattamenti diversi ai simboli dei due sistemi» - ricorda lo storico polacco Wojciech Roszkowski. Il parlamento non ha fatto altro che elevare al rango di legge questa interpretazione. La nuova bozza è stata votata a grande maggioranza sia dai deputati della Piattaforma civica, attuale formazione di governo, sia dall'opposizione di Legge e giustizia, il partito del presidente Kaczynski guidato oggi dal fratello gemello Jaroslaw.
«Grazie a questa legge - spiega Jarolaw - i simboli del comunismo sono equiparati ai simboli del genocidio e non hanno più diritto d'esistere». Per non sbagliare il ministro degli Esteri Radoslav Sikorski suggerisce di radere al suolo anche il Palazzo della scienza e cultura, grattacielo di Varsavia donato da Stalin ai polacchi. «Quella demolizione - assicura Sikorski - sarà per la Polonia l'equivalente della caduta del muro di Berlino».
«Grazie a questa legge - spiega Jarolaw - i simboli del comunismo sono equiparati ai simboli del genocidio e non hanno più diritto d'esistere». Per non sbagliare il ministro degli Esteri Radoslav Sikorski suggerisce di radere al suolo anche il Palazzo della scienza e cultura, grattacielo di Varsavia donato da Stalin ai polacchi. «Quella demolizione - assicura Sikorski - sarà per la Polonia l'equivalente della caduta del muro di Berlino».
Nessun commento:
Posta un commento